Sud pontino

OPERAZIONE “SUD PONTINO”
Il 10 maggio 2010 il personale della DIA ha arrestato, in esecuzione di un’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale D.D.A., 67 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia ed altri gravi reati contro la persona, nonché di traffico d’armi da guerra.
I suddetti risultavano inseriti, a vari livelli, nei clan della Camorra dei Mallardo, Panico e Cataldo, Schiavone e Del Vecchio, nonché nelle famiglie di Cosa Nostra dei Riina, Messina Denaro, Rinzivillo e Santapaola-Ercolano.
L’operazione, che si è svolta nelle provincie di Lodi, Firenze, Ferrara, Latina, Napoli, Caserta, Catania, Caltanissetta, Salerno e Trapani, ha permesso di far luce sul fenomeno del controllo mafioso dei mercati ortofrutticoli e sui trasporti su gomma.
Le indagini, avviate nel 2005 dal Centro Operativo DIA di Roma, anche sulla scorta delle direttive della Procura Nazionale Antimafia circa le infiltrazioni della criminalità organizzata nello specifico settore commerciale, hanno disvelato gli accordi criminali alla base del monopolio imposto ai trasportatori dei prodotti ortofrutticoli da e per i mercati tra i più importanti della penisola, come quelli di Fondi (LT), Giugliano in Campania (NA), Aversa (CE), Catania, Palermo, Vittoria (RG), Gela (CL) e Marsala (TP), con il conseguente grave condizionamento del libero commercio.
In particolare, sono stati focalizzati gli interessi criminali della Camorra, di Cosa Nostra e della ‘Ndrangheta nel controllo dei trasporti dei prodotti ortofrutticoli in tutto il Centro Sud, nonché le alleanze e le strategie concordate per acquisire il monopolio e imporre, agli operatori del settore, i prezzi di acquisto delle merci e del relativo trasporto, adottando metodi tipicamente mafiosi con il sistematico ricorso alle minacce, alla violenza e all’uso delle armi, di cui l’organizzazione aveva grande disponibilità.
Nel corso delle indagini sono stati, inoltre, accertati i contesti delle alleanze tra Cosa Nostra e Camorra, le lotte per il predominio insorte tra i “Casalesi” ed i camorristi del clan “MALLARDO”, la suddivisione delle aree d’influenza tra i Casalesi e la famiglia della ‘Ndrangheta dei “TRIPODO” e l’estromissione di quest’ultima, da tempo attiva nell’area di Fondi (LT).
Nel corso della medesima operazione, sono stati eseguiti i sequestri preventivi ex art.321 c.p.p. di 22 società, di numerosi fabbricati, terreni, automezzi, conti bancari e postali per un valore complessivo stimato in oltre 90 milioni di Euro.