Segnalazioni per operazioni sospette

Analisi dei flussi informativi provenienti dalle F.I.U. estere. 

Nell’ambito dell’attività antiriciclaggio va menzionata anche la cooperazione  internazionale prevista dal D.Lgs 231/2007, che è stata recentemente rafforzata in ossequio al dovere di recepimento dell’Italia della Direttiva (UE) 2018/843 (c.d. V Direttiva):  la Direzione Investigativa Antimafia cura infatti anche la trattazione delle segnalazioni che provengono dalle Financial Intelligence Unit estere (F.I.U.), per il tramite dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca  d’Italia (U.I.F.), al fine di realizzare lo scambio di informazioni  e di assistenza necessari  alla prevenzione  e al contrasto dell’utilizzo del sistema economico e finanziario a scopo di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. In tale contesto la D.I.A., confermando il suo ruolo centrale, è stata individuata quale Autorità Nazionale insieme al Ministero dell’Economia, alla sopra citata Unità di Informazione Finanziaria             e alla Guardia di Finanza.
Nel sistema normativo vigente le F.I.U. svolgono i compiti di ricezione e analisi delle segnalazioni di operazioni sospette in maniera diretta e autonoma, ponendo in essere una assai intensa attività di collaborazione internazionale in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, mediante il ricorso a sistemi telematici per una rapida comunicazione dei dati.
In particolare l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, può scambiare informazioni relative a operazioni sospette con F.I.U. di altri Paesi, in deroga al segreto d’ufficio e anche sulla base di protocolli d’intesa, e, a tal fine, acquisisce dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dalla D.I.A. le necessarie informazioni investigative.
L’analisi delle informazioni finanziarie provenienti dall’estero, è finalizzata ad individuare interessi e ramificazioni nel mondo delle consorterie criminali e ad acquisire elementi rilevanti circa fondi di provenienza illecita collocati in altri Paesi da soggetti indagati in Italia, fornendo inoltre, in alcuni casi, validi contributi per riconoscere ipotesi di intestazione fittizia                      a prestanome o di interposizione di società di comodo, e la titolarità effettiva dei patrimoni da parte dei soggetti coinvolti, anche in considerazione della rinnovata morfologia dei mezzi        di pagamento e di movimentazioni finanziarie, quali, ad esempio, i numerosi tipi di “money transfer” o  di valute virtuali (anche conosciute con il nome di cyptovalute, fra cui spiccano i Bitcoin, le svariate Altcoins e i crypto-asset).
Nell’anno 2020 sono pervenute oltre 1.600 note provenienti dalle F.I.U. estere, e per l’analisi e approfondimento dei dati ricavati da tali flussi informativi,  si è provveduto al monitoraggio di oltre 6.500 persone fisiche e oltre 4.800 persone giuridiche segnalate (fra queste sono ricomprese anche 40 note che delineano alcuni possibili profili di anomalia di movimentazioni    e transazioni  finanziarie connesse all’emergenza epidemiologica COVID – 19).
Anche per l’anno in corso, si confermano dati e numeri molto vicini a quelli in precedenza registrati, poiché in soli otto mesi, da gennaio ad agosto, sono pervenute oltre 1.100 note provenienti dalle F.I.U. estere, e l’attività di analisi e di approfondimento dei dati ha riguardato oltre 4.000 persone fisiche e oltre 3.500 persone giuridiche segnalate (fra queste sono ricomprese anche 25 note che descrivono operatività finanziarie connesse all’emergenza epidemiologica COVID – 19).
Infine va rilevato che, per gli aspetti relativi alla collaborazione dell’U.I.F. con l’Autorità Giudiziaria, in caso di procedimenti in corso a carico dei soggetti segnalati, le informazioni provenienti da F.I.U. estere vengono trasmesse dall’Unità direttamente alla Procura della Repubblica competente.